La catena delle Dolomiti offre tantissimi percorsi più o meno impegnativi, molti dei quali si possono percorrere esclusivamente durante la bella stagione, per via del rischio di valanghe e dei pericoli legati al ghiaccio.

Il percorso che porta al Rifugio Venezia sul complesso del Monte Pelmo è un itinerario misto che permette di godersi il paesaggio in ogni suo aspetto. Ci troviamo in Veneto e, in particolare, in provincia di Belluno.

Scopriamo i segreti per un’escursione al Rifugio Venezia sul Monte Pelmo!

Da dove inizia il percorso per arrivare al Rifugio Venezia

Per chi è abbastanza allenato da affrontarlo, il sentiero si prende partendo dalle enormi pareti a sud. Si raggiunge, poi, il versante orientale dove si trova il grande catino che caratterizza questa montagna e si raggiungono i canaloni ghiaiosi a nord-est, prima di passare alla parete nord ovest, molto impegnativa.

Volendo evitare di faticare più del necessario, si può fare un giro del Monte Pelmo iniziando da Forcella Staulanza, perché così si riesce a risparmiare un po’ di quota rispetto ad altre vie.

forcella staulanza

Questo percorso, piuttosto impegnativo, ma ben attrezzato, inizia salendo lungo il Tríòl dei Cavai, via che consente di abbandonare il bosco che si trova alla base dell’angolo a ovest del Pelmetto.

Qua, fra l’altro, si può anche affrontare un sentiero poco impegnativo e non molto lungo che porta fino a un sasso dove si trovano ben visibili orme fossili di dinosauro. Sarà entusiasmante solcare terreni già battuti dai giganti della storia!

Il percorso poi prosegue lungo il versante a sud di questo monte, fino a raggiungere la parete verticale della Fisura. Concediti qualche attimo per ammirare il grandissimo pascolo chiamato Le Mandre, con una bellissima visuale panoramica aperta sulle valli.

In seguito, si attraversa la zona molto aperta chiamata I Lach prima di aggirare l’imponente cresta sul versante sud-est del Monte Pelmo, dove si può ammirare una peculiare struttura rocciosa nota come Dambra, che significa zoccolo, e affrontare i Campi di Rutorto con i loro pascoli in direzione del Rifugio Venezia.

Ai meno esperti, soprattutto se le condizioni del tempo non sono ottime, conviene fermarsi qui, perché dopo il percorso diventa molto impegnativo.

Trekking sul Monte Pelmo

Se il cielo è terso, dal piazzale si può godere della vista di Ampezzo e il Cadore, arrivando poi fino alle cime dei Monti Sorapiss e Antelao. Se però si vuole proseguire, si deve affrontare subito la salita a Forcella di Val d’Arcia che fa raggiungere il versante settentrionale con un percorso estremamente ripido e difficile.

Per fortuna è dotato di una ferrata a cavi metallici, perché altrimenti è quasi impossibile affrontare i passi del Torrione e di Forca Rossa in sicurezza. In ogni caso, come per ogni sentiero attrezzato, ci si può fidare solo in parte degli agganci e si deve sempre procedere in sicurezza e in cordata.

Questo sentiero un tempo era utilizzato dai cacciatori di camosci e può risultare difficile per chi non è esperto di Dolomiti. Il sentiero Flaibani biforca sulla Forcella e fa passare al versante settentrionale.

Se si proseguisse, scendendo si arriverebbe fino al rifugio Città di Fiume, dove c’è un percorso non numerato che taglia in senso obliquo la fiumana di detriti che si trova alla base della parete nord del Monte Pelmo. In questo modo si raggiunge Forcella Staulanza con percorso minimo.

Escursione a Rifugio Venezia sul Monte Pelmo: alcuni consigli

I sentieri sul monte Pelmo e sul Pelmetto sono ben segnati e nella bella stagione vengono controllati con una certa frequenza, visto che sono una meta molto amata dagli escursionisti.

Come gran parte delle vie sulle Dolomiti, però, richiedono una buona preparazione fisica e la guida di un esperto. Non sono vie da provare in solitaria e il dislivello di quasi 800 metri le rende davvero faticose per chi non è preparato.

Per tutto il giro del Monte Pelmo occorrono 6 ore circa, a seconda del ritmo, e le occasioni per riposarsi sono poche, in particolare nel secondo tratto, che viene affrontato dopo essersi già messi alla prova non poco.