Durante l’ultima escursione in Abruzzo, abbiamo avuto la fortuna di scoprire la Locanda Madonna delle Vigne nel pittoresco paese di Celano, situato a una mezz’ora di macchina da Tagliacozzo. Qui, l’accoglienza calorosa del personale ci ha accompagnato in un viaggio culinario iniziato con un trio di antipasti: salsiccette di maialino arricchite da frutta secca, pollo accostato a peperoni e una zuppetta raffinata con farro, orzo, avena e una selezione di spezie aromatiche. I primi piatti ci hanno deliziato con ravioli al gorgonzola e noci e maltagliati al saffron con salsiccia e crema di pecorino, mentre l’agnello in casseruola ha dominato tra i secondi, seguito da un semifreddo ai frutti di bosco e una sbriciolata come dolci conclusivi.

Origini e filosofia del ristorante

A cena conclusa, abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Sandro, il proprietario, che con entusiasmo ci ha raccontato l’origine del suo ristorante, nato nel 2010 dal desiderio di valorizzare il territorio, una passione condivisa con sua madre, che si dedica ancora oggi alla preparazione della pasta fatta in casa. Il locale si trova in un vecchio convento all’interno di un castello, trasformato in proprietà privata dopo la guerra e successivamente ristrutturato. Ad oggi trasformato in un’accogliente osteria con una piccola area esterna che si affaccia sulla conca del Lago Fucino, aggiungendo un tocco storico e una vista mozzafiato.

La trasformazione della cucina locale

Il menù della Locanda riflette la storia della cucina della zona, influenzata dal prosciugamento del Lago Fucino nel 1861 da Alessandro Torlonia, un evento che cambiò non solo il clima ma anche le tradizioni culinarie locali. Luogo che è stato fondamentale nella narrativa di Ignazio Silone e nelle politiche della riforma agraria. Sandro ha adottato un approccio che chiama “cucina antropologica“, basato sulla valorizzazione di ingredienti locali e sul recupero di antiche ricette, integrando spezie dell’800 e adattandosi ai cambiamenti successivi alla scomparsa del lago.
Il ristorante dispone oggi di 20-25 tavoli e una piccola area esterna che offre una vista sulla conca del Lago Fucino.

Rivoluzione gastronomica e continuità

Con il prosciugamento del lago, la gastronomia locale si è trasformata, eliminando i piatti a base di pesce, spesso di qualità inferiore e sapore terroso, per concentrarsi su prodotti da pastorizia. Tuttavia, la regione ha mantenuto una produzione superiore di vini e olio, beneficiando del clima mite legato al lago. La tradizione culinaria continua a essere caratterizzata dalle paste fatte a mano, preparate seguendo le proporzioni al “quanto basta” senza l’uso della bilancia, rispecchiando un approccio personalizzato e tradizionale nella cucina di Marsica.

Filosofia culinaria di Sandro

In risposta alla devastazione post-bellica, Sandro ha fondato la sua cucina sulla rivalutazione degli animali dell’aia, cruciali sia per la sussistenza che come mezzo di scambio economico. La sua filosofia si riflette nei piatti serviti: gli antipasti introducono i sapori dell’aia con pollo, agnello e maialino. La pasta, pilastro della cucina locale, varia da maltagliati con broccoletti e peperoncino a gnocchi e varianti ripiene come quella con erborinato di pecora e zafferano. I secondi piatti, come l’agnello in casseruola e il brasato di manzo, sono preparati con attenzione selezionando allevamenti di fiducia.

Ambiente e atmosfera al Madonna delle Vigne

La visione di Madonna delle Vigne è quella di trasformare lo spazio in qualcosa di più di un semplice ristorante; il luogo aspira a diventare un crocevia di vita familiare, dove le serate si animano con conversazioni vivaci e scambi di idee tra commensali. Si cerca di ricreare l’accoglienza rustica e sincera tipica delle dimore degli antenati, luoghi che brillano per il loro calore e umanità, non per lusso. L’arredo semplice e i dettagli pensati evocano una sensazione di ritorno alle radici, alla genuinità dell’essere insieme.

La filosofia dell’ospitalità

Qui, ogni tavolo deve essere un centro di comunità. Non è solo un luogo per mangiare, ma uno spazio dove persone di tutte le età condividono cibo, storie e risate, riflettendo così la forza e la resilienza delle generazioni passate. La filosofia di ospitalità enfatizza che un tavolo vuoto è privo di vita senza sedie attorno, ciascuna rappresentante un invito a riunirsi, a condividere e a costruire legami, simboleggiando un’accoglienza che supera la semplice sosta culinaria.

L’essenza del servizio

La cucina riflette qualità di calore, rispetto e accoglienza. Non si offrono solo piatti: si fornisce un’esperienza gastronomica che estende l’amore e il rispetto per ogni ospite e per la comunità circostante. Con ogni piatto servito, si mira a trasmettere un senso di famiglia e appartenenza, enfatizzando la cura e la dedizione con cui ogni ingrediente è stato scelto e ogni ricetta è stata preparata. Si desidera che, attraverso il cibo, ogni ospite possa sentire il calore di una casa, il comfort di una comunità unita e la sincerità di un’accoglienza autentica.