Altrettanto famoso e affascinante ma meno inflazionato di altri siti archeologici italiani, Paestum (Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1998) permette di vivere in maggiore tranquillità i suoi momenti magici, mentre il sole tramonta tra le gigantesche colonne doriche di quella che un tempo era un’importante città della Magna Grecia.

La località si trova in Campania, nella provincia di Salerno, nella piana del fiume Sele: zona abitata già in epoca preistorica che visse il suo periodo di massimo splendore tra il 560 e il 440 a.C.. Di quest’epoca sono i templi che oggi ammiriamo, scoperti per caso alla metà del ‘700 e tornati per la maggior parte alla luce solo nel XX secolo.

Sono del 2003/2013 gli ultimi importanti lavori di restauro e analisi dei materiali e delle tecniche di costruzione.

L’area archeologica di Paestum

rovine di Paestum

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La maggior parte delle 8 tappe da non perdere, visitando Paestum, sono proprio tra le antiche vestigia della greca Poseidonia: i templi, ovviamente, e le testimonianze conservate nei musei.

Le rovine, i quartieri, il Foro, l’anfiteatro, l’agorà e i templi sono compresi in una cinta muraria di quasi 5 chilometri ancora quasi del tutto conservata. Inoltre si potrà anche ammirare una nota moderna: il Cavallo di sabbia di Mimmo Paladino. L’opera d’arte che l’artista creò nel 1999 è ispirato proprio dall’atmosfera magica dell’area archeologica di Paestum.

Il Museo archeologico di Paestum

Il Museo di Paestum, situato all’interno delle mura, ospita testimonianze e reperti della città in epoca greca, lucana e romana. Degni di nota: la collezione di metope provenienti dal santuario di Hera Argiva  come l’Heraion alla foce del Sele, di cui non resta molto altro e, tra le tombe dipinte lucane, il dipinto proveniente dalla Tomba del tuffatore, risalente al V secolo a.C..

Rappresenta simbolicamente il passaggio dalla vita alla morte con la figura di un tuffatore a mezz’aria.

Il museo dell’Heraion alla foce del Sele

Se del santuario di Hera Argiva nulla è rimasto se non le metope al museo archeologico, per quel che riguarda le leggende legate ad Era si trova molto materiale nel Museo Narrante: una vecchia masseria che ospita oggetti votivi ma anche materiale audiovisivo legato alla dea e al tempio.

Il Tempio di Nettuno, o forse di Era o di Zeus

Il Tempio di Nettuno risale al 450 a.C. circa, costruito in pietra calcarea, è il più grande e meglio conservato dei tre templi di Paestum; mancano solo parti delle pareti interne e del tetto.

Le due file di colonne dividevano originariamente il colonnato esterno dalla cella, o camera interna, dove sarebbe stata esposta una statua della divinità a cui il tempio era dedicato. Nonostante il nome comunemente usato,  derivante da un errore di interpretazione risalente al XVIII-XIX secolo, molti studiosi ritengono che il tempio fosse in realtà dedicato alla dea greca Era, sorella e moglie del dio greco Zeus, o forse proprio a quest’ultimo.

La “Basilica”: il tempio dedicato ad Era

La cosiddetta Basilica è in realtà si tratta di un tempio dedicato alla dea Era ed è il tempio più antico tra quelli che si possono ammirare a Paestum. Risalente alla metà del VI secolo a.C., imponente, con nove colonne sui lati corti e diciotto su quelli lunghi.

Il Tempio di Cerere, riattribuito ad Atena

Il Tempio di Cerere (VI secolo a.C.) probabilmente invece eretto in onore di Atena, è il più piccolo tra i templi di Paestum. La particolarità è nell’avere due ordini di colonne in due stili diversi: dorico nel peristilio (insieme al frontone e al fregio nello stesso stile) e ionico nella cella. Il tempio venne usato come chiesa cristiana in epoca medievale.

La necropoli del Gaudo

Ad appena un chilometro dal sito archeologico una delle più grandi tra le numerose necropoli che circondano le mura può essere una delle tappe da non mancare a Paestum.

La necropoli del Gaudo ha un’estensione di 2000 metri quadrati con un totale di 34 tombe. I manufatti e la struttura generale della necropoli collegano le genti che vi seppellivano i loro defunti, una popolazione di clan guerrieri, alle culture minoiche dell’antica Anatolia e delle isole del mar Egeo.

Il mare della Paestum balneare e la pineta

Tra tanta storia e cultura, non bisogna dimenticare che Paestum è immersa nella meravigliosa natura del nostro sud. A seconda della stagione, un tuffo nel mar Tirreno o una passeggiata nella pineta che costeggia i 12 chilometri di spiaggia possono rappresentare una piacevole tappa di relax.