La scoperta della Sardegna su due ruote è un fenomeno in crescita sia per via della aumentata sensibilità ambientale, sia perché l’isola si presta a essere visitata in bicicletta.

In effetti, il clima è mite, le strade non sono intasate dal traffico e i paesaggi sardi offrono uno spettacolo unico al mondo.

Ecco le mete più belle che la Sardegna offre ai cicloamatori e a chiunque voglia scoprire le sue bellezze naturalistiche in presa diretta. Sono itinerari utili sia a chi desidera esplorare sul sellino la zona, e sia a chi punta a un piccolo tour con tanto di soggiorno itinerante.

Bici in traghetto per visitare La Maddalena

L’itinerario da Santa Teresa Gallura a Palau riscuote in genere uno straordinario successo tra i cicloturisti, anche perché comprende un breve imbarco in traghetto con bicicletta al seguito e la visita alle celebri isole La Maddalena e Caprera. Ma andiamo con ordine, registriamo il sellino e gonfiamo le ruote a Santa Teresa Gallura, magari dopo aver fatto il pieno con una zuppa gallurese e un bicchiere di Vermentino.

L’itinerario è perlopiù pianeggiante, e dopo 10 km prevede una breve sosta a Porto Pozzo, dove si possono ammirare le spiagge che si affacciano sul suggestivo canale. Attraverso dolci colline e una fitta macchia mediterranea si giunge a Palau in meno di un’ora. Da Palau salpano traghetti in cui è possibile imbarcare la bici e raggiungere l’isola La Maddalena in 20 minuti di traversata.

La Maddalena è un paradiso per i cicloamatori che possono esplorarne ogni angolo senza scendere dal sellino, per quanto le numerose vedute panoramiche impongano continue soste. Collegata da un ponte pedalabile, Caprera è completamente disabitata, se si esclude il noto Compendio Garibaldino con la Casa Bianca appartenuta all’Eroe dei Due Mondi. Prima di fare ritorno a Palau è possibile concedersi una puntata alla spiaggia del Relitto, fra le più suggestive di Caprera.

Da San Teodoro a Posada alla scoperta della civiltà nuragica

Chi vuole esplorare in bici la costa orientale della Sardegna può percorrere la SS 125 che collega San Teodoro e Cala Gonone. Si tratta di una strada poco trafficata e quindi indicata per qualsiasi cicloturista. Quel che più importa è che è una strada panoramica stupenda! Una prima tappa può essere a Budoni, con le sue spiagge sconfinate e i numerosi punti ristoro in pineta.

Appena 8 km dividono Budoni da Posada, tappa che qualsiasi cicloturista dovrebbe prevedere. Posada è uno dei Borghi Sardi più Belli d’Italia, con lo svettante Castello della Fava e le celebri Tombe dei Giganti di epoca nuragica. Prima di risalire in sella è d’obbligo gustare la S’Aranzada, un dolce a base di miele e arance.

Salita impegnativa fino al massiccio dei Sette Fratelli

Un’altra delle strade più panoramiche della Sardegna è la SP 17, e la si può imboccare da Porto Sa Ruxi, una splendida località balneare adagiata sul versante meridionale della Sardegna. Questo tratto costiero abbraccia la baia di Solinas e poi costeggia Torre delle Stelle con il suo pittoresco promontorio a picco sul mare. Il territorio di Torre delle Stelle è un piccolo paradiso per il cicloturista che si lascia ammaliare dalla natura selvaggia.

Chi vuole affrontare un percorso più impegnativo, ma altrettanto suggestivo, può prendere la SS 125 e proseguire verso il massiccio dei Sette Fratelli. Questo itinerario è adatto ai cicloturisti più esperti e prevede 40 km di salita e full immersion nella natura incontaminata. Meta ambita dai cicloturisti e dagli escursionisti, il parco dei Sette Fratelli ospita anche il giardino botanico di Maidopis.

Dalla Costa Verde al sito di archeologia industriale Montevecchio

L’ultimo itinerario cicloturistico unisce il fascino della natura, le tradizioni agropastorali della Sardegna e un sito archeologico di grande interesse.

Si sale in bici a Buggerru, la località celebre per via dell’incantevole Cala Domestica. Da Buggerru i cicloturisti amanti dell’archeologia classica possono raggiungere il Tempio di Antas: si tratta di 25 km poco impegnativi che conducono ai resti di un tempio romano e di un villaggio nuragico.

Più impegnativo è l’itinerario da Buggerru al sito archeologico delle Miniere di Montevecchio. Si imbocca la SS 83 e poi la SS 126 passando da Arbus; sono 35 km abbastanza impegnativi nel tratto finale, ma lo spettacolo surreale che offrono le antiche miniere di piombo merita l’ascesa.

Del resto il territorio di Arbus è attraversato da numerosi percorsi cicloturistici, anche su sterrato, che si snodano all’ombra del Monte Arcuentu. Prima di ripartire sarebbe il caso di ripristinare le scorte di glicogeno gustando Is Suppas, un piatto tipico sardo a base di pane raffermo.